MANUEL LOCATELLI: IL RINASCIMENTO
Minuto ‘70 di Milan - Juventus. Il risultato è sullo 0-0.
I bianconeri hanno avuto tante occasioni e nel primo tempo si sono visti annullare ingiustamente un gol su punizione di Pjanic.
Il Milan gioca una partita fisica, erige il muro in difesa, ha un
giovanissimo Donnarumma in versione paratutto e gioca di ripartenza.
A venti minuti dal fischio finale, dall’out di destra Suso vede
un inserimento, un’incursione al limite dell’area avversaria. Passaggio, un tocco col sinistro per sistemare il pallone,
botta col destro. Lì, dritto, sotto la traversa, alle spalle di Buffon.
Corre, urla, scivola, mani nei capelli. Immagini e gesta di un giovane centrocampista, incredulo, al suo secondo gol in Serie A. Capolavoro, come il primo ai danni del Sassuolo solo due settimane prima.
Manuel Locatelli, col numero
‘73 rossonero, riporta il Diavolo al
trionfo in campionato contro la Juventus dopo ben quattro anni.
Locatelli esulta dopo aver siglato il gol dell'1-0 contro la Juventus
Dopo aver esordito qualche mese prima con Christian Brocchi
in panchina sul finire della stagione 2015/2016, il talento del vivaio rossonero trova spazio anche con il nuovo allenatore, Vincenzo Montella. L'aeroplanino lo impiega con continuità in mezzo al campo, in parte per via degli infortuni che minano il reparto centrale del Milan - pesante l'assenza di Capitan Montolivo - in parte per l'estrema naturalezza con cui il virtuoso mediano trae le fila del gioco, conduce la manovra, rincorre, recupera.
E' titolare anche prima di Natale nella vittoria per 1-0, sempre contro la Juventus, con cui si aggiudica la Supercoppa Italiana, primo trofeo della sua carriera.
Un'ascesa rapida, condita da ottime prestazioni, ha creato attorno al giovane centrocampista molte aspettative. Forse troppe per un ragazzo appena maggiorenne. A 18 anni, essere titolari nel Milan con le sirene di top-club europei e gli occhi della stampa puntati addosso è sicuramente motivo di orgoglio ma anche di pressione. Tanta pressione.
La strada per il successo può essere ricca di emozioni, facile da raggiungere, e può simboleggiare il coronamento di un sogno per uno dei tanti ragazzi cresciuti nel settore giovanile della squadra. Ma in maniera altrettanto rapida, per via di partite sottotono e prestazioni anonime, è possibile diventare oggetto di critiche e giudizi e finire nel dimenticatoio. O in panchina dove Locatelli siederà spesso - malvolentieri - nel corso della stagione 2017/2018, soprattutto in Serie A, per far spazio all' esperto Lucas Biglia, neo-acquisto dei rossoneri. Sarà un campionato difficile per i Diavoli tra infortuni, troppi errori individuali e un sistema di gioco poco redditizio. In corso d'opera subentrerà il generale Rino Gattuso per invertire la rotta e migliorare la posizione in classifica, deludente sino a quel momento. Il Milan migliorerà nel gioco, nelle idee, nelle prestazioni. Peccato che Locatelli, impiegato sempre davanti alla difesa nel ruolo di mediano, nonostante il cambio di allenatore faticherà allo stesso modo.
Un triste epilogo per il talento della Primavera del Milan che nel giro di poco più di un anno passerà da eroe e grande promessa a vero oggetto misterioso, in quel di Milanello.
Locatelli con la fascia da capitano al braccio nella stagione 20/21
Dalla bocciatura al Rinascimento: il Sassuolo di Mister De Zerbi
Nell'estate 2018 arriva addirittura la cessione al Sassuolo in prestito con obbligo di riscatto. Il Milan è fermo sulla propria posizione: il giovane centrocampista non rientra nel progetto tecnico.
Locatelli sembra essere l'ennesimo talento perduto, sprecato. Sembra, appunto.
La realtà da due anni a questa parte è ben diversa, fortunatamente per lui ma anche per il mondo del calcio, italiano e non solo.
La realtà da due anni a questa parte è ben diversa, fortunatamente per lui ma anche per il mondo del calcio, italiano e non solo.
La società emiliana attraverso un progetto solido, mirato e ben strutturato è riuscita a creare una rosa competitiva e a valorizzare i propri giocatori, amalgamando calciatori esperti come Caputo o Djuricic, altri divenuti affidabili e più maturi con il tempo - Berardi su tutti - e giovani talentuosi come Boga, Muldur, Toljan e per l'appunto Manuel Locatelli.
Nello scacchiere di De Zerbi, solito impiegare un 4-2-3-1, il centrocampista del '98 ha trovato maggior spazio e soprattutto una certa continuità, prerogativa fondamentale per far acquisire esperienza e tempi di gioco più veloci ad un giovane calciatore. Sicuramente una piazza meno importante e l'assenza dell' obbligo di dover portare a casa i 3 punti ogni domenica hanno favorito la crescita personale e professionale di Locatelli. Ne è dimostrazione il fatto che, spostato sulla sinistra in un centrocampo a due, il ragazzo di Lecco ha acquisito una maggior consapevolezza e sicurezza, ha cambiato il proprio stile di gioco, adattandolo alle richieste di Mister De Zerbi e ribellandosi agli schemi, ai compiti rigidi del mediano, ruolo assegnatogli anni prima e che lo ingabbiava in una porzione di campo poco idonea ad uno con le sue qualità e con il suo fisico.
Libertà di movimento. Semplicemente questo è servito per permettere a Locatelli di migliorare le sue prestazioni, dandogli la possibilità di inserirsi e di avanzare al momento opportuno per servire un assist ad un compagno o creare potenziali occasioni. Ovviamente, senza dimenticare la fase di ripiegamento e la necessità di aiutare la difesa, di recuperare palloni e di impostare dal basso la manovra una volta rimpossessatosi della sfera.
L'impressione, maturata negli anni al Milan dopo alcuni errori individuali, di giocatore lezioso, caduto nell'inganno di sentirsi già arrivato, si è rivelata sbagliata. A Manuel Locatelli serviva tempo, come giusto che sia per un ragazzo di 18 anni. Il tempo di metabolizzare l'exploit avuto in tempi non sospetti. Il tempo di metabolizzare le prime pagine dei giornali con il suo nome. Il tempo di sbagliare, di crescere, di maturare e di trovare dei riferimenti in campo e fuori. Semplicemente quattro anni fa non era pronto per reggere una situazione e una piazza, in quel momento, più grande di lui come appunto quella di Milano.
Ora a distanza di tempo, l'ambiente caldo di Sassuolo, la società neroverde e il lavoro di De Zerbi hanno restituito all'intero panorama calcistico un profilo di assoluto livello, un centrocampista totale abile nel palleggio, con buona tecnica e grande capacità di lettura di inserimenti e movimenti.
Il Rinascimento di Manuel Locatelli non poteva avere altra prosecuzione se non con la prima convocazione del CT della Nazionale Roberto Mancini sul finire della stagione estiva. Dopo aver fatto tutta la trafila nelle nazionali minori, Locatelli ha raggiunto gli Azzurri a Coverciano in preparazione alle prime partite della Nations League.
"Il coronamento di un sogno" - così ha definito il suo esordio in maglia azzurra lo scorso 8 settembre in un palcoscenico di respiro storico ed internazionale, come quello della Johan Cruijff Arena.
L'auspicio è che il giovane centrocampista continui a dimostrare il proprio valore con la maglia neroverde in questa stagione, motivato dall'obiettivo di prendere parte alla spedizione per l'Europeo 2021, e che approdi in una big, come la stessa Juventus, da lui sconfitta in più occasioni quando era appena un esordiente, e ora legittima pretendente allenata da quello che è l'idolo di Manuel Locatelli, il Maestro Andrea Pirlo.
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