CORRERE AVANTI PER TORNARE INDIETRO: LA MANOVRA A TENAGLIA DI ANDREA PIRLO


“VIVIAMO IN UN MONDO CREPUSCOLARE, NESSUN AMICO AL TRAMONTO"

     Per chi è andato al cinema, alla fine di agosto, questa frase non risulterà completamente insignificante. Una delle frasi CULT di TENET, il capolavoro di Christopher Nolan che pone le fondamenta sul giallo spazio-temporale dei due protagonisti, che dovranno in qualche modo salvare il mondo da una guerra che ha avuto conseguenze terribili nel corso del tempo. Per i cinefili, spiegare un film di Nolan è sempre e comunque opera ardua. E allora anche in questo caso, come nell'opera del regista britannico, il nostro discorso si sposterà su un altro mondo, su un'altra prospettiva, su un altro regista. Già, perché non è un caso che proprio il protagonista di questo articolo sia Andrea Pirlo da Brescia, in arte il Maestro, il regista per antonomasia, chiamato a dirigere, questa volta al di qua della macchina, le riprese della Vecchia Signora.


   La Juventus, infatti, ha mal digerito l'annata di Maurizio Sarri, piena di dubbi, di incertezze e non ha mai espresso la "versione migliore" del gioco proposto dal tecnico toscano. "Non ho dubbi, ma molte certezze" ha detto il neoallenatore bianconero, alla vigilia della partita contro la Sampdoria al Red Carpet del campionato, alla première della Serie A 2020/2021, con una nuova, seppur minima, accoglienza del pubblico negli stadi (con la speranza che il numero di tifosi aumenti sempre più e i casi di Covid-19 siano sempre meno). Risultato finale: Juventus 3 Sampdoria 0.
Occorre analizzare una partita che va presa con le pinze, ma che lascia sempre spunti interessanti, soprattutto in relazione ai nuovi volti, e che desta la nostra curiosità anche su come il pianeta-Juve si sia evoluto, nel tempo e nello spazio percorso.

  •      Lo spazio, quello occupato dalla squadra ieri sera. La corsa, di Weston Mckennie, con 12 chilometri percorsi e tanta voglia di recuperare i palloni persi. La tecnica, di Dejan Kulusevski che piazza il pallone tra sentieri nascosti (1-0) o lo protegge, come fosse una parte dell'Algoritmo del tempo presente nel film. La visione, di Aaron Ramsey, che imbuca la palla al sempreverde Cristiano (3-0) e che lancia il gallese nelle praterie dell'Allianz Stadium.
  •       Il tempo assume quindi una visione duplice, come nel thriller di Nolan, che viene citato anche nella tesi di laurea di Andrea Pirlo, che di tempo ne ha avuto poco per "fare gavetta" e che ha dovuto diventare grande in meno di due mesi. Il tempo che diventa, così come lo spazio, strumento di osservazione tra due momenti differenti. Il tempo, quello che la Juventus non ha mai, per la sua mentalità vincente che la porta alle soglie del futuro, come dimostra la carta d'identità degli ultimi acquisti. Il tempo, inteso anche come quello passato, pieno di gioie, di fiducia, di vittorie, che mai come nell’ ultimo anno è stato messo in discussione. 

                                                                                                                                                             


“Manipolando spazi e tempi, abbiamo l’ambizione di comandare il gioco in ambedue le fasi. Il “gioco” deve essere il filo conduttore della mia squadra. Intendendo per “gioco” quel filo conduttore composto da principi, posizioni ed emozioni tra i giocatori stessi. Un gioco basato sul collettivo ma che sia in grado di esaltare le individualità più forti”. 

Eccola allora, la chiave di lettura del gioco, ma anche della mentalità di Mister Andrea Pirlo. La manovra a tenaglia temporale, che proietta la Juventus in futuro che debba assomigliare ancora una volta al passato glorioso del primo ciclo vincente, quello di Antonio Conte, ora avversario. Non è un caso che si cerca la stessa ferocia, la stessa aggressività, la stessa voglia di andare avanti per tornare indietro. Quella corsa, quella "rincorsa" che ha caratterizzato la prima fase della nuova epopea juventina e che deve assolutamente ritornare, con il nuovo corso di Mister Pirlo diventa quindi un fenomeno ad entropia inversa, come quei missili trovati all'inizio del film. "Correre in avanti per tornare indietro", riprendere il filo perduto andando più veloce degli altri, forse per questo si deve andare "più veloci degli altri". 

Una sfida sicuramente piena di insidie perché, come lo stesso Nolan lascia dire al Protagonista, "Viviamo in un mondo crepuscolare”, nessuno avrà pietà di Andrea da Brescia, al primo errore nel suo tentativo di riportare la pace nel mondo juventino. Ma, così come in Tenet, il Protagonista, che alla sua prima aveva il chewing-gum alla Ancelotti, un altro suo "idolo", ha un piano: un calcio fluido, una squadra ibrida che possa ruotare ciclicamente per poter uscire vincitrice dal campo e magari, chissà, dai confronti di tempi passati o futuri.

Una Juve che ci lascia in questa prima giornata con più certezze, sicuramente più sorrisi, la felicità di chi si trova nuovamente bene, il desiderio di chi vuole poter “aggiustare” l’orologio rotto, di chi corre per agguantare il tempo perso, un anno al buio, nella speranza di poter tornare vincenti mutando pelle, o, per meglio dire, di poter essere PALINDROMI, di invertire il tempo per trovare l'algoritmo.

 


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