RUSH FINALE: Cosa aspettarsi in questo finale di Serie A
Siamo alle ultime curve del Gran Premio della Serie A, tutte le squadre hanno effettuato l'ultimo pit stop (la pausa Nazionali, pardon) ed ora siamo pronti a gustarci il finale di questa infinita saga che è stato il campionato italiano 2020/21. Avete bisogno di schiarirvi le idee? Non siete sicuri se questa o l'altra formazione sia in risalita? Bene, siete nel posto giusto: ecco a voi un breve compendio, cinque istantanee per questo rush finale, i gruppi della classifica a partire dalla trentesima giornata, dalla prima all'ultima.
LE TRE BIG
La stagione attuale ci regala, dopo tanto tempo, un "tridente d'attacco" vecchio stampo: Inter, Milan, Juventus. Partendo proprio dai nerazzurri, emblematiche sono le parole del mister Antonio Conte: "Per l'estetica ci faremo un lifting". Il tecnico della capolista ha anteposto, da gennaio in poi, la praticità del risultato al bel gioco e ha fatto bottino pieno. I risultati fino ad oggi danno ragione all'allenatore, nonostante un calo fisiologico intravisto contro il Sassuolo, ma lo Scudetto è oramai nelle mani della Beneamata che continua a vincere e a tenere distanti le contendenti; fino a prova contraria, obbiettivo quasi raggiunto (e il quasi è pura aritmetica) e tanti saluti agli estetisti, almeno fino al prossimo anno. Chi invece non ha bisogno di estetisti già da ora è il Milan (al quale servirebbe forse un corso di pronto soccorso dato il rapporto tremendo con gli infortuni) che ha pagato dazio in termini di qualità e ha mollato la lotta per il primato con i cugini ma rimane ancora secondo e, dal punto di vista dei risultati, vacilla ma non molla; l'1-1 contro la Sampdoria ha evidenziato lacune individuali ma anche errori tattici, Pioli ha evidentemente rischiato troppo ma la società ha piena fiducia nel progetto e da qui in poi sarà importante rimanere dietro l'Inter per il morale e per tastare con mano eventuali ricambi da effettuare per l'anno venturo. In terza posizione la Juventus, tra mille peripezie e mille dubbi, è ad un punto dal Milan e ha l'obbligo di giocare queste ultime otto giornate "come se fossero finali"; per lo stesso Andrea Pirlo, che si sente al sicuro ma meglio con la Champions in tasca, per molti dei giocatori bianconeri (Dybala, Ronaldo, Morata e centrocampo in blocco) che ancora non sanno se sarà la loro ultima stagione all'ombra della Mole. Tra le prime, la Vecchia Signora è quella che deve forzare gioco e risultati, l'Inter ha da portare a termine il "compitino", il Milan valuta, attende e spera di non cadere.
ZONA EUROPA: SI QUALIFICHI CHI PUO'
La lotta per il piazzamento Champions e per i rispettivi posti per l'Europa League ci ha tenuto compagnia fino ad ora e, probabilmente, ci "assillerà" finche triplice fischio non ci separi. In ordine di classifica, l'Atalanta del Gasp è quella messa meglio, nonostante magagne manifeste dentro lo spogliatoio (Ilicic come Papu), ha un Muriel in formato Fuoriclasse e rimane sempre la Dea affascinante che ci ha abituati al calcio-spettacolo. Il Napoli, tuttavia, ha dimostrato di potersi ritrovare e rilanciare, sebbene la sconfitta per 2-1 contro la Juventus, accogliendo nuovamente Osimhen e Mertens, dando freschezza e cambi ad una squadra spesso martoriata dalle dinamiche Covid. Gattuso probabilmente lascerà la panchina partenopea a fine stagione, vorrà farlo con gli azzurri nell'Europa che conta. Chi invece appare leggermente attardata è la coppia romana; la Roma sta attraversando un momento non dei migliori in campionato, anche se in Europa League ha appena vinto ad Amsterdam contro l'Ajax, la Lazio non ha l'Immobile dello scorso anno in canna e ha perso punti nel momento-Bayern Monaco. Fonseca e i suoi dovranno gestire il doppio impegno e, forse, punteranno sul percorso europeo, Inzaghi e i biancocelesti non sono padroni del proprio destino ma, di rincorsa, possono sorprendere tutti e ritornare in Champions League. In quattro per il quarto, una bella sfida che però avrà solo un vincitore. Il borsino all'ultima curva dice Bergamo/Napoli e, leggermente indietro, la Capitale, ma occhio a punti persi e guadagnati e, soprattutto, ad eventuali scontri diretti.
LE PRIME DELLE ALTRE: ONORE DELLE ARMI
Sia chiaro, non è assolutamente un modo per denigrare chi si trova nella parte destra della classifica, anche perché di belle cose se ne sono viste, ma le prime sette sono di stazza superiore, calcisticamente parlando. E allora dobbiamo complimentarci con chi, avendo poco più di un tozzo di pane, ha tirato fuori un percorso quasi da Europa: parliamo di Sassuolo ed Hellas Verona, due progetti belli, veri e che rispecchiano perfettamente la bontà degli uomini che si trovano nelle rispettive cabine di regia.
I nero-verdi hanno una fucina di giovani stelle che faranno sicuramente parte del calcio che conta, basti pensare ai "veterani" Locatelli, Berardi, Djuricic ma anche agli ultimi arrivati Raspadori, Oddei. Traore; il gioco, la trama e l'esaltazione collettiva portano la firma di un signor allenatore (e allenatore signore) di nome Roberto De Zerbi, capace di creare i giusti presupposti per questo sogno.
Appena poco sotto gli emiliani si trova l'Hellas Verona; qui Ivan Juric risiede, regna incontrastato e non conta se cambia metà squadra, per lui è sempre facile trovare il modo di creare una squadra veloce, ostica e bella anche a vedersi. Tra i singoli, menzioni speciali per Zaccagni (che si è perso tra voci di mercato ma che ha dimostrato grandi doti nella prima metà di campionato) e Barak, intelligenza e fisicità da centrocampista moderno. Gli scaligeri hanno rallentato per mancanza di carburante ma non si può negare tutto ciò che hanno combinato e, insieme ai ragazzi del Sassuolo, si prendono la palma di Squadre-sorpresa del campionato. Chapeau
I "FUORI MI CHIAMO": SALVEZZA A PORTATA
Le prossime tre squadre sono quelle meno in pericolo, non tanto da un punto di vista matematico, quanto da un punto di vista tecnico, di retrocessione o di scivoloni pesanti; parliamo di Sampdoria, di Bologna e di Udinese. A Marassi l'aria tranquilla la si respira da inizio campionato, grazie anche ad una squadra nettamente migliore rispetto a quella della stagione 2019/2020 (i vari Keita, Damsgaard, Candreva e Yoshida fanno tutta la differenza che serve); tuttavia lo stesso Ranieri ha dei dubbi per il prossimo anno, anche perché è dura migliorare questo livello con una rosa costruita guardando più al bilancio che alle ambizioni. Il patron Ferrero ha dichiarato di voler costruire una grande squadra ma King Claudio sa quanto è difficile trasformare le favole in realtà: otto giornate per capire e per decidere, in zona Andrea Doria.
Più giù, a livello di classifica ma anche di geografia, troviamo il Bologna di Mihajlovic che, da qualche tempo, ha deciso di buttare dentro tutti i giovani, senza paura; mai scelta fu più azzeccata, dopo un periodo rischioso "dancing with the evil" a ridosso della zona rossa i rossoblù hanno ripreso vela e ora sono in acque più sicure; la sensazione è che questa rosa, con i giusti ritocchi, possa impensierire Sassuolo ed Hellas ma il tecnico serbo sa quanti alti e bassi possano esserci con dei ragazzi ribelli; calma, gesso e qualità in quel di Castel Debole, per sognare un ritorno ai piani alti.
L'ultima menzione delle terre di mezzo va all'Udinese, una squadra sempre sottovalutata ma che ogni anno sa cosa fare e come lavorare per ottenere i propri risultati; Gotti, l'allenatore dei friuliani, ha saputo gestire momenti critici e ha dato identità di gioco ben precise, in più ha saputo scoprire giocatori come Molina, ha responsabilizzato Pereyra e De Paul e ora, nella fase finale, dove ogni punto, ogni pallone, ogni gol, ogni parata vale il doppio, la squadra di Udine può avere una relativa tranquillità, a patto di non addormentarsi precocemente.
DELUSIONI E NEOPROMOSSE: OCCHIO AGLI SCIVOLONI
La zona rossa non è ancora vicina per queste squadre ma, per un motivo o per un altro, hanno registrato brutte cadute e, in alcuni casi, delusioni amare. La "meno triste" è di sicuro il Genoa che, come al solito, ha dovuto aspettare il Mago Ballardini per tornare ad avere un passo "da salvezza"; il tecnico del Grifone ha capitalizzato al massimo il (poco) potenziale della squadra e ha costruito, a suon di pareggi sporchi e vittorie importanti, una rimonta dal penultimo al dodicesimo posto. Ora però, nel momento clou, a Genova occorre ancora la stessa "garra" del proprio mister per poter chiudere un'annata border-line per dare vita ad un nuovo corso, pensato ed organizzato in maniera diversa.
A proposito di border-line, la vicenda Fiorentina merita un capitolo a parte; nella passata stagione arriva Iachini, che però nel 2020 dopo poche partite viene esonerato e al suo posto arriva Prandelli, il quale, a sorpresa, si dimette il 24 marzo 2021, lasciando così la panchina, di nuovo, a Iachini. In tutto questo la classifica piange, le aspettative erano molto più alte e lo stesso presidente, Rocco Commisso, auspica una stagione diversa l'anno prossimo anche se la cassa chiama; Milenkovic non rinnova, Ribery forse andrà via, Vlahovic sarà un gioiello di mercato. Nel frattempo la Viola si salverà?
Domande che tormentano anche due neopromosse che sono incredibilmente scese giù, dopo un inizio sorprendente; Spezia e Benevento ora devono stare molto attente agli sviluppi dei prossimi 720 minuti perché rischiano di vanificare un percorso tutto sommato positivo. Pippo Inzaghi e la Strega erano arrivati addirittura al decimo posto, salvo poi cominciare un tunnel di risultati nefasti che hanno portato i campani in quindicesima posizione, proprio sopra alle Aquile di Vincenzo Italiano, che ha fatto vedere grandi doti tecniche e partite belle, anche contro big come il Milan, ma che ora deve assolutamente invertire la rotta. Certo, al momento dietro non spingono troppo, ma in questi casi mai dire mai...
RED LINE: ULTIMA CHIAMATA
Passiamo ora al girone infernale per eccellenza, quello delle ultime quattro in classifica che, tranne miracoli clamorosi, si giocheranno la permanenza in Serie A fino alla fine. Il Torino con Nicola ha avuto una minima ripresa, basti pensare al derby pareggiato, ma da qui a pensare di essere salvi al 100% è pura utopia; il Gallo Belotti non è stato sempre supportato come negli ultimi match (e Sanabria è arrivato solo a Gennaio), non si ha una sensazione di sicurezza, di equilibrio e la stessa situazione la vivono a Cagliari. Nonostante l'esonero di Di Francesco e l'arrivo di Semplici la squadra si barcamena in terz'ultima posizione e inciampa spesso più per disattenzioni proprie che per altro; una situazione kafkiana, gente come Godin, Nainggolan, Joao Pedro non è abituata a lottare per sopravvivere e i traguardi preposti erano ben altri. Per quanto riguarda Crotone e Parma invece, le speranze sono ridotte al lumicino; i calabresi hanno dato una chance a Cosmi ma la sensazione è che questa sia la rosa meno attrezzata per la categoria massima, sebbene Simy e Messias potrebbero rimanere in Serie A, cambiando casacca, mentre il Parma è stato un progetto tecnico fallito, quello di Liverani, che è stato mal sostituito, con un D'Aversa di ritorno che non poteva riavvolgere il nastro a dodici mesi fa. La sensazione è che questi club dovranno comunque giocarsela fino alla fine, i primi due per salvarsi, gli ultimi per evitare figure poco onorevoli nell'ultimo periodo di permanenza nel campionato.
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