DIAVOLO CHE RIPARTENZA!



Il big match della 24° giornata si è concluso con la vittoria di un convincente Milan per 2-1 contro una Roma che ha palesato ancora una volta la difficoltà a fare punti contro le squadre di alta classifica. Le reti siglate da Kessie, Veretout e Rebic evidenziano l'aspetto pirotecnico dell'incontro, con colpi di scena da una parte e dall'altra; Fonseca però esce sconfitto negli episodi e nell'andamento generale del match da Pioli, che, con il suo Milan, torna a suonare la carica e continua a brillare proprio nel momento di massima difficoltà e, soprattutto, non molla.

L'ANALISI: MILAN GUERRIERO, ROMA SPAVENTATA

La partita è stata giocata a viso aperto da entrambe le squadre senza badare troppo a tatticismi o speculazioni difensive, con tantissimi uno contro uno in zona offensiva e sulle fasce che hanno sicuramente favorito lo spettacolo.
Dopo un mese di febbraio sicuramente negativo oggi si sono finalmente rivisti i principi di gioco che avevano fatto le fortune del Milan fino a questo momento, pressing alto, tanta corsa e tanto coraggio con un Ante Rebic che ha messo in seria difficoltà la retroguardia giallorossa con strappi e giocate superlative. I primi 15 minuti di gioco sono stati un monologo della squadra di Pioli, il pressing rossonero ha schiacciato la Roma nella sua metà campo e i centrocampisti di Fonseca, su tutti Villar, sono stati spesso imprecisi nella fase di costruzione; il che ha portato a tantissime ripartenze milaniste con almeno tre nitide palle goal sprecate e due goal annullati per fuorigioco. Superati i primi 15 minuti di sbandamento la Roma è riuscita a prendere le misure e grazie alle galoppate di Spinazzola sulla fascia e le incursioni centrali di Mkhitaryan è riuscita a creare qualche presupposto interessante. Da li in poi è stato un continuo capovolgimento di fronte dove nessuna delle due squadre ha preso il pallino del gioco in mano, il Milan è passato in vantaggio con un rigore di Kessie su un fallo di Fazio su Calabria e, quasi per caso, i rossoneri si ritrovano sopra allo scadere della prima frazione.

Il secondo tempo arriva prima per la Roma, che pareggia i conti con un gran gol di Jordan Veretout, solita forza propulsiva del centrocampo capitolino, che sembrava aver messo di nuovo in gioco i ragazzi di Fonseca; ma è proprio uno dei romanisti, Pau Lopez, che regala in nuovo vantaggio alla squadra ospite, con un lancio sbagliato che apparecchia Calabria prima e Saelemaekers poi, il quale, da posizione centrale, serve Ante Rebic che scherza Mancini e scaglia una sassata in rete per l' 1-2, il risultato finale. Il croato è andato a esultare davanti alla telecamera in maniera polemica, zittendo probabilmente tutte le persone che avevano criticato lui e in generale le prestazioni opache dell'ultimo periodo. Ma al di là dell'esultanza provocatoria oggi a mandare al mittente tutti i giudizi negativi nei confronti dei rossoneri è stata la prestazione del campo, vero e unico portatore di verità. Dopo una serie così negativa di partite solamente una squadra con carattere e qualità avrebbe risposto così bene sotto tutti i punti di vista, non snaturando i propri principi di gioco al cospetto di un avversario forte che veniva da un ottimo momento psicofisico.


RISPOSTE GIUSTE, SALTI MANCATI


Nel complesso, occorre dirlo, la Roma ha fatto quel (poco) che ha potuto, palesando un gap netto con le big della nostra Serie A; a Fonseca vanno dati i meriti per le vittorie e il bel gioco dimostrato fino ad ora ma al contempo va sottolineata la scarsa capacità di trovare metodi alternativi per poter giocarsela alla pari contro squadre di caratura superiore, considerando gli errori individuali dei giallorossi che hanno indirizzato la gara e rappresentano al meglio virtù e pregi di un gruppo di indubbio valore ma che non è ancora riuscito a fare un salto di qualità. La differenza tra il tecnico portoghese e Pioli è stata (ed è) forse proprio questa, a livello mentale più che fisico/tecnico; al netto della strategia adoperata nel confronto dell'Olimpico, i rossoneri hanno saputo ritrovarsi e rilanciarsi, anche senza un Ibrahimovic al top, e lo stesso tecnico del Diavolo è riuscito a ricaricare la propria squadra, ha scelto bene e ha avuto grandi risposte dai propri ragazzi; basti pensare a Theo Hernandez di nuovo in modalità sprint, a Tomori, in campo a discapito di Romagnoli e in versione muro di gomma, senza passare dai già citati Kessie e Rebic, mattatori del match. Davvero, il Milan è ripartito; purtroppo, invece, la Roma non si è mai lanciata. Nel calcio di oggi, dove tutti provano a giocare palla a terra e si corre oggettivamente di più rispetto a 20/30 anni fa, un calo fisiologico, soprattutto per chi gioca anche le coppe europee, è lecito, ma solamente chi ha gli attributi e la personalità adeguata per assorbire tutte le critiche provenienti dall'esterno (giuste o sbagliate che siano ha un'importanza relativa) riuscirà ad arrivare in fondo agli obiettivi.


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