ALL-IN(TER)
E alla fine la chip la prese Antonio Conte. In sintesi, cambio di guarda in zona primo posto, l'Inter, che batte 3-1 la Lazio, scavalca il Milan, che cade clamorosamente fuori casa contro lo Spezia 2-0 e allunga nei confronti della Juventus, che rimane senza punti perdendo 1-0 di rigore contro il Napoli, al Maradona. Una partita a poker che continua a regalarci sorprese e che entra nel vivo, prima delle coppe europee, e che proprio in questa giornata ha dato il giro di mano alla neo-capolista.
NAPOLI DI RIGORE, JUVE MANO POVERA
La prima a chiamare le carte è stata la Juve di Andrea Pirlo, che al Maradona di Napoli si giocava una buona chance di insediare le milanesi in prima fila. Una prima frazione "senza infamia e senza lode" macchiata però dal fallo di Chiellini su Rrahmani che consegna al capitano azzurro Lorenzo Insigne un potenziale jolly che viene sfruttato alla grandissima, spiazzando Szczesny e regalando il vantaggio ai suoi compagni. Il secondo tempo ci regala una Signora "all'arrabbiata", alla ricerca della mano esplosiva per poter riparare all'errore fatale; i bianconeri perdono Cuadrado per infortunio e mettono dentro Kulusevski, Alex Sandro e Mckennie ma purtroppo gli assi Cristiano e Morata non escono dal mazzo per poter effettivamente incidere. Da menzionare lo stoicismo degli uomini di Gattuso, che hanno tenuto la barra dritta, seppur nel momento difficile, e hanno tenuto in dieci (complice un Lozano senza benzina e con uno stiramento in essere) gli ultimi minuti al serrate finale degli ospiti. Meriti all'allenatore partenopeo che ha saputo vedere e gestire al meglio i novanta minuti, grande rammarico per Pirlo; il tecnico bresciano non può dire nulla sulla voglia e sulla strategia tattica utilizzata per la gara, ma le carte si sono rivelate non così buone per poter rimontare lo svantaggio iniziale. Il dubbio ora è capire se questa squadra potrà in futuro non ripetere questi blackout e condurre alla perfezione i prossimi incontri, a partire dall'ottavo in Champions League contro il Porto.
La classifica dice -8, ancora, dal primo posto, anche per il "ritorno dell'andata" (pardon) da giocare, proprio contro il Napoli. Ciò che sorprende di questa squadra è la costanza nell'incostanza, la regolare irregolarità, come se riuscisse a "telecomandare" il blackout; Fiorentina, Inter, Napoli da ultimo ne sono le sconfitte da last call. Ecco, a questo punto della stagione, la Juventus non può letteralmente permettersi ulteriori passi falsi, e se dal punto di vista dell'approccio e del gioco la squadra e lo stesso mister bianconero pare abbiano trovato compromessi, soluzioni e risposte, pare manchi il classico "centesimo per fare l'euro". Come se ad un certo punto le gambe si fermassero e dovessero ripartire da capo; vero, questa stagione porta molti collettivi a mantenere le carte coperte, ma ad oggi è proprio la Vecchia Signora, insieme al Torino, la squadra con la differenza di punti più ampia rispetto allo scorso anno. Occorre, in sintesi, cominciare ed entrare in modalità pilota automatico, anche se quest'anno è piu difficile del solito.
MILAN BLUFF, SPEZIA DA SOGNO
Ma il vero risultato a sorpresa arriva a distanza di 3 orette circa dall'anticipo di Napoli; Spezia che scherza e batte il Milan 2-0, Italiano che regala una notte da re di Las Vegas per i liguri e continua a dimostrare sul campo la bontà del lavoro con i suoi ragazzi e il motivo per il quale molti club di seconda fascia lo cercano già da adesso per la prossima stagione.
Ma il bluff vero è quello dei rossoneri: zero grinta, approccio sbagliato, errori gravi in zona difensiva e poca qualità in mezzo al campo, nonostante i rientri di Kjaer e di Bennacer (forse una forzatura di Pioli, che ha ammesso l'insufficienza dei suoi giocatori nel match). Il match ha ben poco da raccontare in realtà; Milan troppo brutto per essere vero, è sintomatica la statistica finale dei tiri in porta, non pervenuti, oltre che la difficoltà di proporre calcio contro una squadra, quella di casa, che per alcuni tratti ha giocato come l'Atalanta in quel di San Siro, dove arrivò un'altra battuta d'arresto; i rossoneri dunque soffrono il pressing aggressivo e l'offensiva avversaria, se fatta con precisione e con coraggio. E se il primo tempo non vede nessun goal, è il secondo a sancire il bluff degli uomini di Pioli, con le reti di Giulio Maggiore e Simone Bastoni, che fanno esultare i bianconeri al Picco. Tra le delusioni, da sottolineare un Ibrahimovic mai nel vivo del gioco, un Kessie in affanno (e questa è una notizia) e una trequarti ben poco propensa a gestire, o addirittura ad imbastire, manovre di un certo rilievo, Calhanoglu non è riuscito ad imporre il proprio ritmo, Leao non è sembrato in giornata. La preoccupazione adesso sale, anche perchè la prossima settimana, dopo il sedicesimo contro la Stella Rossa, a Belgrado, ci sarà il derby e potrà stabilire nuove gerarchie in vetta, proprio nel momento di accusa più totale di un Milan che, per una sera, è apparso meno magico del solito.
LU-LA FULL POWER
Sic rebus standibus, all'ultima mano è l'Inter a poter scendere giù "a mano sicura" i propri numeri e si va a prendere il reward battendo 3-1 la Lazio, non al meglio negli effettivi ma capace di giocarsela alla pari in quel di San Siro, e tornando in prima posizione a distanza di una stagione. A livello di analisi, molti sono gli aspetti positivi, al netto dell' uno-due firmato da Romelu Lukaku, dominante più che mai stasera, con un rigore e una deviazione che beffa Reina e la retroguardia biancoceleste, che consente alla squadra di Antonio Conte di andare al riposo con il doppio vantaggio, senza aver rischiato nulla grazie anche ad un baricentro basso e una solidità difensiva imponente. Ecco, qui forse sta girando la stagione dell'Inter, che ha abbandonato le velleità del recente passato di rimanere alta e pressare (senza per altro riuscirci in maniera convincente) gli avversari per essere più pragmatica e sorniona, potendo avere, dalla sua, una coppia d'attacco micidiale, capace di rispondere al gol rocambolesco firmato Escalante/Milinkovic (la Lega lo avrebbe assegnato al serbo) che aveva riaperto la partita, con un'accelerazione spaventosa da parte del belga che letteralmente mangia e rimbalza Parolo e serve un cioccolatino da scartare per Lautaro Martinez, tornato ai livelli ottimi mostrati nella prima parte della stagione passata, che segna il 3-1 finale. Occorre riconoscere che una coppia del genere fa la differenza contro tutto e tutti, ma la bravura di Conte, contro ogni critica, è stata quella di fare affidamento su di loro senza se e senza ma, costruendo il gioco e gli schemi dei nerazzurri su questi due signori del goal. Altra nota commovente, se il pubblico dei social ce lo consente, è la rinascita di Christian Eriksen; intendiamoci, una rondine non farà mai primavera, ma il fatto che il tecnico salentino lo stia facendo giocare da titolare in così tante partite proprio nel momento caldo della stagione ci lascia intendere che forse ora è davvero possibile riconciliare gli strappi di 12 mesi e raccogliere qualcosa di buono dal lavoro fatto; anche tatticamente il danese appare sempre più soluzione e meno pesce fuor d'acqua, sa fare molto dal punto di vista tecnico e pare aver assimilato i famigerati "meccanismi". Staremo a vedere, ma in tutto ciò a vincere il giro di poker è proprio la squadra nerazzurra, proprio nella settimana del Capodanno Cinese, in concomitanza dell'anno del Toro; squadra di nuovo al vertice, eliminazione dalla Coppa Italia assorbita e tanti sorrisi. Ora il calendario dice Milan, l'Inter ci arriverà col coltello tra i denti e cercando di poter allungare ancora, per poter dare al campionato un padrone effettivo e per avvicinarsi ulteriormente all'obbiettivo Scudetto, ora più che mai a portata di... mano.
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