Lettera al Papu
E così te ne vai.
Te ne vai perché non hai
altra scelta.
Te ne vai perché la tua
esperienza a Bergamo da capitano dell'Atalanta è finita.
Questa volta
si, è finita per davvero.
È finita e tu nemmeno ci
credi, pensi sia impossibile che per una diatriba normale tra
allenatore e giocatore, il Papu prenda il primo aereo per la Spagna.
Dopo sette lunghi anni e
più di 200 presenze con la maglia della dea, il Papu Gomez lascia
l'Atalanta delle meraviglie e la
Serie A, per andare in Liga al Sevilla dove troverà altre vecchie conoscenze del campionato italiano, Suso, Ocampos e Vazquez.
1
dicembre 2020, la fine.
La Dea gioca la prima partita del girone di ritorno nella fase a gruppi contro il Midtjylland ma nell'intervallo succede qualcosa. Gli animi tra Gomez e Gasperini
si surriscaldano. C'è chi dice siano arrivati alle mani. Il motivo?
La posizione in campo del numero 10. Gasperini vorrebbe avvicinarlo
alla porta per fargli spendere meno energie, ma il Papu non ci sta, preferisce giocare come "tuttocampista".
L'inizio
della fine, ma la nave non affonda mai.
Il
capitano non c'è più, si allena in disparte. Anzi, dopo quell'episodio è ufficialmente fuori squadra. Il Gasp è stato chiaro,'' o me
o lui ''.
Il
Presidente Percassi prova a sanare la frattura tra i due capitani della stessa nave. Ogni tentativo è vano. La direzione del Papu è quella del mercato, per lui sirene da tutta Europa.
Il 27 gennaio Gomez saluta l'Italia per la seconda volta, direzione Sevilla mettendo fine ad una storia d'amore che ci ha
fatto sognare e innamorare della Dea.
Perché sì Papu, anche per te noi ci siamo innamorati dell'Atalanta delle
meraviglie.
Quell'Atalanta
che non smette mai di stupire, che anche senza il suo giocatore più
tecnico riesce a vincere, sopperendo alla mancanza del leader e reinventandosi
con un vestito nuovo ma allo stesso modo appariscente e convincente.
La memoria vola subito al passato, a
tutta la strada percorsa insieme che ci porta dritti fino alla stazione.
Riavvolgendo
il nastro, tra i file della memoria che passano come passa il cibo
nella
mensa della scuola, ovvero attraverso un circuito automatico, noi ci
fermiamo al 5-0 imposto su una delle squadre più storiche del
mondo, il Milan.
L'Atalanta
è tutta lì, una squadra che gioca il suo calcio a prescindere
dall'avversario.
Una volta Pep Guardiola disse: "Giocare contro l'Atalanta è come andare dal dentista."
Ed
è vero,
forse
anche peggio.
Il nastro continua a riavvolgersi, lasciando sprazzi di luce e immagini nitide...
Fino
al grande sogno, la Champions League.
Il
Gasp insieme al Papu portano la dea più in alto che c'è.
Il
debutto da urlo contro lo Shaktar,
il
pareggio con il City,
la
vittoria sul Liverpool
e
il vantaggio fino al 90esimo contro il Psg,
tanti
piccoli pezzetti di storia del Papu con la dea in formato polaroid.
Finisce
qui, ai tempi supplementari, la partita tra il Papu e l'Atalanta. Ci auguriamo tutti che sia solamente un arrivederci.
Todos
la Banda...
baila
como el Papu!
E così te ne vai.
Te ne vai perché non hai
altra scelta.
Te ne vai perché la tua
esperienza a Bergamo da capitano dell'Atalanta è finita.
Questa volta
si, è finita per davvero.
È finita e tu nemmeno ci
credi, pensi sia impossibile che per una diatriba normale tra
allenatore e giocatore, il Papu prenda il primo aereo per la Spagna.
Dopo sette lunghi anni e
più di 200 presenze con la maglia della dea, il Papu Gomez lascia
l'Atalanta delle meraviglie e la
Serie A, per andare in Liga al Sevilla dove troverà altre vecchie conoscenze del campionato italiano, Suso, Ocampos e Vazquez.
1
dicembre 2020, la fine.
La Dea gioca la prima partita del girone di ritorno nella fase a gruppi contro il Midtjylland ma nell'intervallo succede qualcosa. Gli animi tra Gomez e Gasperini
si surriscaldano. C'è chi dice siano arrivati alle mani. Il motivo?
La posizione in campo del numero 10. Gasperini vorrebbe avvicinarlo
alla porta per fargli spendere meno energie, ma il Papu non ci sta, preferisce giocare come "tuttocampista".
Te ne vai perché non hai altra scelta.
Te ne vai perché la tua esperienza a Bergamo da capitano dell'Atalanta è finita.
Questa volta si, è finita per davvero.
È finita e tu nemmeno ci credi, pensi sia impossibile che per una diatriba normale tra allenatore e giocatore, il Papu prenda il primo aereo per la Spagna.
Dopo sette lunghi anni e più di 200 presenze con la maglia della dea, il Papu Gomez lascia l'Atalanta delle meraviglie e la Serie A, per andare in Liga al Sevilla dove troverà altre vecchie conoscenze del campionato italiano, Suso, Ocampos e Vazquez.
1 dicembre 2020, la fine.
La Dea gioca la prima partita del girone di ritorno nella fase a gruppi contro il Midtjylland ma nell'intervallo succede qualcosa. Gli animi tra Gomez e Gasperini si surriscaldano. C'è chi dice siano arrivati alle mani. Il motivo? La posizione in campo del numero 10. Gasperini vorrebbe avvicinarlo alla porta per fargli spendere meno energie, ma il Papu non ci sta, preferisce giocare come "tuttocampista".L'inizio della fine, ma la nave non affonda mai.
Il capitano non c'è più, si allena in disparte. Anzi, dopo quell'episodio è ufficialmente fuori squadra. Il Gasp è stato chiaro,'' o me o lui ''.Il Presidente Percassi prova a sanare la frattura tra i due capitani della stessa nave. Ogni tentativo è vano. La direzione del Papu è quella del mercato, per lui sirene da tutta Europa.
Il 27 gennaio Gomez saluta l'Italia per la seconda volta, direzione Sevilla mettendo fine ad una storia d'amore che ci ha fatto sognare e innamorare della Dea.
Perché sì Papu, anche per te noi ci siamo innamorati dell'Atalanta delle
meraviglie.
Quell'Atalanta
che non smette mai di stupire, che anche senza il suo giocatore più
tecnico riesce a vincere, sopperendo alla mancanza del leader e reinventandosi
con un vestito nuovo ma allo stesso modo appariscente e convincente.
La memoria vola subito al passato, a
tutta la strada percorsa insieme che ci porta dritti fino alla stazione.
Riavvolgendo
il nastro, tra i file della memoria che passano come passa il cibo
nella
mensa della scuola, ovvero attraverso un circuito automatico, noi ci
fermiamo al 5-0 imposto su una delle squadre più storiche del
mondo, il Milan.
L'Atalanta
è tutta lì, una squadra che gioca il suo calcio a prescindere
dall'avversario.
Perché sì Papu, anche per te noi ci siamo innamorati dell'Atalanta delle meraviglie.
Quell'Atalanta che non smette mai di stupire, che anche senza il suo giocatore più tecnico riesce a vincere, sopperendo alla mancanza del leader e reinventandosi con un vestito nuovo ma allo stesso modo appariscente e convincente.
La memoria vola subito al passato, a tutta la strada percorsa insieme che ci porta dritti fino alla stazione.
Riavvolgendo il nastro, tra i file della memoria che passano come passa il cibo
nella mensa della scuola, ovvero attraverso un circuito automatico, noi ci fermiamo al 5-0 imposto su una delle squadre più storiche del mondo, il Milan.
L'Atalanta è tutta lì, una squadra che gioca il suo calcio a prescindere dall'avversario.
Una volta Pep Guardiola disse: "Giocare contro l'Atalanta è come andare dal dentista."
Ed
è vero,
forse
anche peggio.
Il nastro continua a riavvolgersi, lasciando sprazzi di luce e immagini nitide...
Fino
al grande sogno, la Champions League.
Il
Gasp insieme al Papu portano la dea più in alto che c'è.
Il
debutto da urlo contro lo Shaktar,
il
pareggio con il City,
la
vittoria sul Liverpool
e
il vantaggio fino al 90esimo contro il Psg,
tanti
piccoli pezzetti di storia del Papu con la dea in formato polaroid.
Finisce
qui, ai tempi supplementari, la partita tra il Papu e l'Atalanta. Ci auguriamo tutti che sia solamente un arrivederci.
Todos
la Banda...
baila
como el Papu!
Todos
la Banda...
baila como el Papu!
baila como el Papu!
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