CR760 E IL PRIMO TROFEO DELLA JUVE DI PIRLO
In fondo quasi tutti sapevano che la storia sarebbe stata la stessa che conosciamo a memoria da un pò. Come direbbe qualche fenomeno virale nel mondo dei social "doveva anna' così". Già perchè al di là della condizione fisica, della forma, della bravura (indiscussa) dei tecnici avversari, quando hai in casa un signore che è, da oggi, il giocatore con più reti nella storia del calcio vuol dire che, purtroppo per gli altri, la storia avrai sempre modo di scriverla. Juventus-Napoli 2-0, gol di Cristiano Ronaldo e di Morata nel finale, un rigore sbagliato da Insigne, una partita brutta che si è accesa alla fine regalando la prima gioia per Andrea Pirlo sulla panchina dei bianconeri.
UNA FINALE TIMIDA, UN FINALE BATTICUORE.
Che fosse una gara non da primissimo livello si era capito sin dai primi momenti; i partenopei allenati da Rino Gattuso hanno forse risentito del "braccino", che spesso viene a chi, per l'appunto, con questi appuntamenti non ha molta dimestichezza, mentre i bianconeri venivano da una pesante sconfitta in terre milanesi dove, oltre all'umore e ai tre punti, avevano perso altri pezzi dell'artiglieria (tal Frabotta). E il Napoli allora inizia ad accendere i motori, con un Zielinski mago a metà dinanzi al centrocampo ancora poco produttivo della Juventus, un Lozano dagli sparuti tagli "alla Callejon" e un Insigne lontano dalla zona calda ma sempre e comunque regista e anima degli azzurri. Il primo tempo dunque va via così, senza grandi sussulti, un miracolo di Szczesny che sapeva di "Ci rivedremo a Filippi" all'attacco napoletano. Insomma, i due grandi amici Rino e Andrea hanno captato l'elemento esplosivo e hanno rimandato alla seconda manche eventuali colpi da bombaroli. Solo Bernardeschi per un Chiesa infortunato prima della ripresa e una partita che poco ha regalato nella prima frazione.
Ed è così, dal nulla cosmico, che spesso una grande squadra trova la capacità di vincere e, soprattutto, sono proprio questi i momenti in cui i "supereroi" di questo sport si mettono la maschera ed entrano in azione. Per la verità, il Napoli nella prima fase del secondo tempo aveva abbassato il baricentro e ha permesso alla Juventus di poter entrare pericolosamente nei pressi dell'area di rigore, cosa che ha scaturito diversi calci d'angolo; uno di questi porta al gol di Cristiano Ronaldo, al momento giusto al posto giusto, uno dei gol più semplici per lui, ma tant'è. Dopo l'1-0 subito i partenopei in parte accusano il colpo ma continuano a macinare fintanto che il redidivo Dries Mertens, entrato per assaltare la resistenza bianconera, intralcia nell'area di rigore juventina Weston Mckennie che commette fallo e porta sul dischetto il capitano, Lorenzo Insigne, per riaprire i conti e svoltare una gara che aveva, più che mai, bisogno di un padrone e che viveva di piccole trame e non di grandi azioni. Napoletano doc, simbolo di una squadra e di una città, il 24 in azzurro butta però alle ortiche la grande occasione, calciando a lato del palo alla destra di Szczesny e facendo tirare un sospiro di sollievo alla ciurma bianconera, più che mai in eventuale crisi psicologica dopo un possibile pareggio che avrebbe preceduto una possibile sconfitta di rimonta: troppo in poco tempo, no grazie.
Di qui il prologo, abbastanza scontato, che vede il Napoli andare in avanti "all'arma bianca" e di nuovo Tek riesce a superarsi con un sesto senso clamoroso, una Juventus che cerca in tutti i modi di difendere l'1-0 e trova, proprio allo scadere, un contropiede micidiale che apparecchia, con maestria del maître Juan Cuadrado in vespa, Alvaro Morata solo davanti alla porta. Fine della storia, rimpianto Napoli (checchè ne dica Gattuso) per quel rigore balordo del capitano Insigne, gioia Pirlo per un trofeo arrivato tra mille dubbi, parecchie defezioni e che rappresenta il modo migliore per poter ripartire subito. Un match indubbiamente poco spettacolare, ma una finale è una finale, vale sempre un trofeo e la Juventus, con quella di Reggio Emilia, arriva alla nona Supercoppa Italiana. Non male, per essere, a detta di tutti, in declino. Una nota a margine la dedichiamo a Cristiano Ronaldo, al suo record "da matti" di 760 gol in carriera, nonostante un periodo non sublime e una prestazione non delle migliori. Perchè sarebbe da sciocchi dare croci a questo o a quell'allenatore, quando hai in campo uno squalo pronto ad azzannarti, non sarebbe giusto nei confronti di chi è allenatore da poco e, soprattutto, nei confronti di chi, nonostante la "veneranda" età, nel calcio può fare solo una cosa: riscrivere la storia
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