La vita, spesso, ti pone davanti alla verità e ti fa capire che per "vincere" non basta essere dalla parte della ragione, non basta essere belli, precisi, ben pettinati. Nella vita, per ottenere ciò che si vuole, bisogna anche dimostrare di essere più cattivi, determinati alla morte e decisi a sacrificare se stessi, a costo di rimanere soli; bisogna essere, in fondo, più "bad motherfucker" degli altri. Ecco, se volessimo descrivere in due parole (inglesi) Erling Braut Håland sarebbero proprio queste: BAD MOTHERFUCKER.
L'ULTIMO MATCH: SINTESI DI UN FENOMENO.
Già, perché occorre partire dall'ultima partita giocata in Champions, causa lesione al bicipite femorale che ha fermato l'attaccante norvegese per il match contro la Lazio, per capire ciò di cui stiamo parlando. Borussia Dortmund-Club Bruges 3-0. Il norvegese, con i due gol della serata, diventa il primo giocatore a segnare 16 gol nelle 12 partite iniziali di Champions. Si, avete capito bene, IL PRIMO. Vedremo più avanti altri dati statistici, prima però, occorre districare il nostro sentiero alle origini del Super-Uomo Erling.

Molti di quei gol, Erling, li ha segnati proprio con questa maglia rossa, all'inizio della scorsa stagione, quando era un ottimo prospetto ma non ancora esploso definitivamente. L'inizio folgorante di quella stagione venne segnato in Champions League da 8 gol nelle 6 partite del girone. Non male per un 2000, che doveva compiere ancora 20 anni e che si affacciava, da diamante grezzo, al panorama calcistico europeo. Lui, un norvegese nato in Inghilterra, con il padre "vittima" del "fu mastino" Roy Keane che consigliò al figlio di andare dal Molde, allenato da (udite udite) Solkjaer, al Salisburgo, senza dover bruciare le tappe perché "nonostante fossimo lusingati dall'interesse di club quali la Juventus o altre big, ritenemmo che la scelta migliore fosse quella di lasciare spazio alla crescita di Erling". Che nel frattempo, però, era cresciuto eccome: 12 chili guadagnati in 15 mesi. E' proprio dal Salisburgo che inizia un percorso di crescita continua, sempre più in ascesa verso l'élite calcistica che lo porta, nel mercato di riparazione 2019/2020 alla corte del Borussia Dortmund, patria dei baby fenomeni dove, sempre con la giusta pressione, ha potuto continuare a migliorarsi, fino a diventare la macchina da guerra che vediamo tutti i giorni.
I NUMERI AL SERVIZIO DEL FUORICLASSE

Durante queste 15 partite in Bundesliga, Håland lascia l'impronta di goleador puro, con una frequenza di un gol ogni 82 minuti e di 25,7 tocchi a partita. Ma è nella visione "nuda e cruda" delle partite del giovane norvegese che ci rendiamo conto di quanto egli ha letteralmente distrutto ogni dettame tecnico legato al concetto di "9" classico. Nel rettangolo di gioco sembra un bambino che corre, più veloce che può, alla ricerca del suo divertimento (il gol) e della disperazione altrui (il dover rincorre un pluripremiato vincitore di gare di atletica in Norvegia). Insieme a Sancho forma un duo super young e super deadly, letale come il veleno di un cobra, agile come una coppia di giaguari. Vedere giocare il centravanti del Borussia Dortmund ti lascia inspiegabilmente privo di certezze, perché non solo non penseresti mai ad una forza tale per un ragazzo appena ventenne, ma non ti aspetteresti nemmeno una tale facilità nell' essere così costante, decisivo e disincantato. Erling sa di essere un prototipo di attaccante "borderline", diverso da tutti gli altri per la sua velocità abbinata al potente fisico e per molti potrebbe essere un limite, non si saprebbe come costruire una squadra funzionale al suo gioco ma lui continua a fregarsene, sparando raffiche di gol ai difensori e ai portieri di mezza Europa e dando gioie ai suoi compagni al Dortmund. L' abnegazione del norvegese e il modus operandi della società tedesca diventano dunque spiegazione teorica delle statistiche di questa stagione, in Bundesliga, che vedono addirittura una crescita su molti fondamentali offensivi del norvegese rispetto alla stagione scorsa

Oltre ad aver migliorato ulteriormente la media gol, stupisce, nei dati di Håland relativi al campionato tedesco attuale, il numero Touches per game, di poco aumentato, così come la precisione ancora più alta rispetto a quella della stagione 2019/2020. Un attaccante dunque che ha migliorato le doti già brillanti da cannoniere, come dimostrano le reti segnate (10 gol in 8 partite rispetto alle 13 reti in 15 match del primo periodo in giallo-nero) ma che ha saputo anche diventare giocatore "a tutto tondo", come dimostra l'immagine di destra, la sua heatmap stagionale, che lo vede agire anche fuori dagli 11 metri e, seppur in misura minore, anche sulle corsie esterne. Sono dati migliorabili che però testimoniano la crescita di questo ragazzo che sta ampliando le sue conoscenze calcistiche, sta uscendo dall'aurea di wonderkid per assurgere a campione, senza se e senza ma e potrebbe rappresentare un unicum di questo ruolo e, forse, di questo sport.
UN FENOMENO MAI VISTO, UNA SENTENZA VENUTA DAL FUTURO
Ogni era calcistica ha il suo extraterrestre, forse la classe 2000 ha trovato il suo supereroe che compie gesta fuori dai nostri sensi e che, tra dieci anni, sarà giustamente celebrato al pari di Lewandowski al giorno d'oggi. Håland rappresenta anche il meglio della cultura sportiva scandinava, con la Norvegia che continua a sfornare talenti (con lui giusto citare anche Hauge, ora al Milan e quel Martin Odeegard prima svanito, poi esploso alla Real Sociedad e infine ritornato al Real Madrid), in generale una generazione, post 1997, che sta sempre più prendendo spazio in questo sport e che trova nel gigante del Borussia Dortmund il suo frutto migliore. Difficilmente un talento del genere non riesce ad emergere di solito, ma ad Erling va fatto un plauso per la tenacia, per la fame che ha dimostrato dal primo giorno che ha calcato un campo di calcio, per la voglia di scommettere sulla sua forza d'animo e dimostrare, a se stesso e agli altri, che la vita non è dei buoni, ma dei BAD MOTHERFUCKER che, come lui, fino alla fine, non smettono di volare, neanche per scherzo.
"Be free like a bird so today I'ma fly, bad bad motherfucker till the day I dieYeah, bad-bad motherfucker till the day I die" (Bad Motherfucker-Machine Gun Kelly ft Kid Rock)
Commenti
Posta un commento